Ma veniamo al dunque. E’ primavera, le giornate sono sempre più calde e lunghe, i colori e i profumi della natura sono sempre più intensi.. e la voglia di stare all’aperto è sempre più grande! Perciò, che abbiate in mente un picnic, un pranzo in terrazza o una cena in giardino.. sul vostro menù non può mancare qualcosa di fritto! E cosa c’è di meglio se non delle fragranti crescentine da accompagnare a gustosissimi salumi? Se volete pasteggiare “da veri Bolognesi” non vi resta che seguire la ricetta.
Farina, acqua, strutto. Tre sono gli ingredienti che accomunano i panificati più caratteristici dell’Emilia Romagna. L’idea di scrivervi questo post è nata proprio sui nostri mezzi City Red Bus, per essere precisi, da voi che visitate la nostra città e che spesso mi chiedete “cosa posso mangiare qui a Bologna?” A volte noto un filo di confusione nelle vostre domande, ma è normale se non si conoscono le tradizioni del territorio! Eccomi quindi a raccontarvi, con una piccola guida, ciò che nella nostra regione si usa mangiare coi nostri salumi.
In tanti parlano di quanto sono buoni e golosi i primi piatti della cucina Bolognese: tagliatelle, lasagne, tortellini. Ogni blog Emiliano Romagnolo che si rispetti è ricchissimo di queste ricette; ma per i secondi? Oltre alla classica e famosissima cotoletta alla petroniana, ne conoscete altri!? Se la risposta è “no” allora non dovrete perdervi i prossimi appuntamenti che Il Cucchiaio di Anita ha pensato apposta per voi! Vi porterò nella mia cucina di casa e vi descriverò ciò che siamo soliti a cucinare, che sia carne, pesce o altro, tutto rigorosamente della nostra amata città!
I garganelli sono un formato di pasta all’uovo, molto simile alle classiche penne rigate. La sua origine ha duplice storia: c’è chi fa risalire l’invenzione del Garganello al 1400 nelle cucine di Caterina Sforza, e chi nel 1700 in Romagna; il lusso del tortellino era per pochi, così nelle case dei contadini si inventarono questo genere di pasta, che assorbiva il sugo proprio come una vera “pasta ripiena”. D’altronde le origini della pasta all’uovo sono umili! La “leggenda” che preferisco raccontarvi narra di una brava cuoca, del Cardinale Bentivoglio, intenta a preparare i cappelletti/tortellini. Il caso vuole che nel mentre li stava preparando un animale di casa se ne mangiò una buona parte. Allarmata per quanto era successo, e per non buttare via i quadrati di pasta che aveva predisposto, gli balenò l’idea di arrotolarli su un cannello sottile di legno e successivamente di “rigarli” sui pettini da telai. Nacquero così i garganelli, il cui nome deriva dal dialetto “garganel” o gargarozzo, la parte tracheale del pollo. Da qui l’uso di condirli con salsiccia, ragù oppure con prosciutto e piselli.
Ogni città d’arte italiana che si rispetti ha un suo soprannome. Bologna ne ha ben tre: la dotta, la rossa e la grassa. Dotta per la sua storica università, rossa per i suoi tetti e le facciate dei palazzi color “rosso bolognese” e grassa per le sue innumerevoli specialità alimentari. Se pensate presso Palazzo della Mercanzia sono state depositate ben 24 ricette (le più note) scelte e selezionate dall’Accademia Italiana della Cucina; tra di esse ricordiamo i tortellini, le tagliatelle, il ragù e le lasagne.
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